La storia dei Regni

“ Io sono Mhyrond, figlio di Loath, nipote di Liath, fratello di Laeth, cugino di Lueth, discendente della stirpe dei Wigotha, sovrano del regno delle sette province, capo indiscusso dei cavalieri della sacra lancia e tu straniero dimmi, chi sei ? “ “ Piacere, Malachi, orfano e nullatenente “
Tratto da: “Anche i ventilatori si danno delle arie“


Un’intensa trepidazione animava il villaggio, lo si poteva leggere sui volti degli abitanti più giovani, oggi si ripeteva un rito antico come il tempo stesso, gli Sahir avrebbero radunato tutti i cuccioli nella tenda del Kaban per narrare la storia di Jadraw ai nuovi venuti. Tutto era pronto, un grande fuoco campeggiava al centro della gigantesca jurta del capo villaggio, lentamente mentre la luna si sostituiva il sole, una piccola folla si metteva ordinatamente a sedere intorno alle fiamme in attesa di ascoltare le parole dei saggi. Una figura avvolta in un mantello dello stesso colore della terra, alzò un lembo della tenda infilando dentro la testa per un breve istante, guardando compiaciuto il meraviglioso spettacolo che aveva di fronte, una nuova generazione di mutanti era arrivata alla decima luna - Gli dei ci hanno benedetto, questa volta ! - pensò commosso, ricordando tutti i suoi compagni periti a causa delle malattie, della fame, delle lotte intestine fra tribù e degli attacchi da parte dei futuristi. Chiuse gli occhi tentando invano di trattenere il pianto, quanti di quei cuccioli sarebbero arrivati alla prova del Tannuth ? Conosceva già la risposta, si potevano considerare fortunati se ne moriva poco piu’ della metà.
Si asciugò le lacrime con un lembo del mantello, cosa avrebbero pensato vedendo il Kaban in persona versare lacrime? Scosse la testa pensieroso, di certo gli Sahir non avrebbero gradito questo penoso spettacolo. Il mutante si fece coraggio ricordandosi le parole di suo padre:“ guarda il tuo popolo ma non fissarlo, cerca di convincere invece di ordinare, un vero amico vale piu’ di mille sudditi, non scambiare la prudenza per vigliaccheria e la follia per coraggio … “ per un attimo parve di sentirne perfino la voce, sospirò profondamente, basta con i ricordi è tempo d’entrare in scena.
Il chiacchiericcio dei cuccioli cessò immediatamente non appena il capo villaggio si presentò all’ingresso della tenda, un silenzio degno di un tempio scese immediatamente all’interno della jurta, dopo i saluti rituali il kaban con passo deciso e sicuro raggiunse il suo sgabello da campo e si mise a sedere, buttando sulle spalle il cappuccio.
“ Oggi, gli sahir vi racconteranno una storia, la storia di Jadraw e dei cinque regni, ascoltate attentamente, perché un giorno dovrete raccontare tutto questo ai vostri figli. Non lasciate che le nostre parole vengano dimenticate e perse come polvere in una tempesta, poiché chi dimentica sara’ costretto a rivivere il passato “ il kaban pronunciò questo discorso con tono deciso, ma rassicurante, tra i cuccioli si sollevarono una miriade di bisbigli, con quelle vocine puerili di chi non ha ancora il palato ben formato, gli sahir richiamarono i cuccioli all’ordine con dei rapidi gesti. Ancora una volta un’impressionante silenzio si impadronì della tenda. Un vecchio saggio si avvicinò al fuoco, doveva aver visto passare molte lune e parecchie generazioni, calzava un paio di sandali decorati intrecciando stringhe di cuoio e tendini di capra, dalla sua lunga tonaca grigia spuntavano a malapena le braccia ed i piedi, sulla fronte portava il “ terzo occhio, uno zaffiro che indicava la sua venerazione per Ashara. Aveva la pelle di uno strano colore rosso porpora, ma nonostante la sua eta’ non una singola ruga osava solcare il suo volto affusolato e stretto come quello di una faina. Gli occhi erano due sfere d’avorio, quindi sebbene ceco scrutò il pubblico con un’occhiata penetrante quasi potesse vedere veramente cosa gli accadeva intorno.
Fece un lieve inchino verso il kaban che a sua volta ricambiò con il medesimo gesto, poi fissando i cuccioli iniziò a parlare: “ Ci fu un tempo in cui su Jadraw regnava un’unica corona su di un solido impero, le quattro razze vivevano insieme in pace e prosperità tra gigantesche meraviglie meccaniche e conoscenze che noi possiamo solo immaginare.
Poi un’immane apocalisse sconvolse il nostro pianeta, un evento talmente distruttivo e violento che non ne abbiamo piu’ ricordo. Le quattro razze, non si persero d’animo, decisero di seppellire i loro rispettivi rancori e si riunirono di nuovo insieme per riedificare quello che era andato distrutto. Dalle ceneri del passato crearono la magnifica Ormar, citta’ dedicata ai cinque elementi, capitale del regno di Katesh che si estendeva su tutte le terre conosciute di Gurthador.
Ma mentre l’armonia regnava di nuovo su Jadraw e i popoli lavoravano alacremente insieme per riportare la società ai suoi antichi fasti, il tarlo dell’invidia rodeva lentamente l’intero sistema. I grandi sacerdoti del culto di Mystral signore dei Venti, sotto la guida di quattro fratelli e una sorella, Myriel, iniziarono a dichiarare la supremazia del loro dio sugli altri.Ma un destino nefasto attendeva Myriel, lo stesso anno venne trovata morta nel tempio di Ormar, i fratelli colmi di rabbia, lasciarono la citta’ per dirigersi a nord. Lì fondarono Ardyl, città asservita completamente al culto di Mystral, la cui fama e ricchezza aumentarono così in fretta da competere con la stessa Omar. I governatori del Katesh terrorizzati dalla possibilità che la città del signore dei venti rubasse al loro regno la supremazia, tentarono di soffocarla sul nascere, bloccando ogni scambio con Ardyl e chiunque sostenesse Mystral.
Lentamente Ardyl reclusa nella sua prigione dalle sbarre invisibili, iniziò a decadere, le sue strade si riempirono ogni giorno che passava di poveri deleritti, fiaccati nello spirito e nel corpo a causa della lunga carestia. Questo concatenarsi d’eventi fornì terreno fertile per la terribile epidemia che lo stesso inverno colpì i cittadini, portandoli fino alla follia. Fu sotto questi oscuri presagi che i quattro fratelli istaurarono il regno di Oluc e mossero guerra contro Ormar.
I grandi eserciti si scontrarono così in quella che è chiamata la "battaglia dei venti oscuri". In quei giorni le genti di Ardyl spinte dalla follia scendevano si riversarono come autentici fiumi umani, contro le mura e i guerrieri di Omar. Tre dei quattro fratelli morirono in battaglia, Myntor, l’unico sopravvissuto si rese conto che la pazzia li aveva portati all’autodistruzione. Al sorgere del sole scese, solo alle porte di Ormar e chiese consiglio ai governatori di Katesh, nello stesso giorno nei due regni scese la pace, e nuovi confini vennero tracciati.
I due nuovi regni decisero di creare una cittadina, neutrale e indipendente da entrambi: Midgaard. Qui si sarebbero tenuti incontri politici e religiosi il cui unico fine era garantire la pace e la prosperità di ambo le parti.
Ma mentre i lavori per edificare la nuova citta’ fervevano, su una piccola isola a sud-est di Gurthador un piccolo gruppo di profughi, che nella "battaglia dei venti oscuri" avevano perso tutto, iniziò la costruzione di Nakith. La città crebbe rapidamente, diventando un importante centro di scambi commerciali. Ma la ricchezza lentamente aveva corrotto i cittadini, che si abbandonano ai piaceri terreni. I suoi abitanti fondarono il regno di Sarum e consacrarono la città di Nakith ad Arkam signore delle fiamme. Nella piazza principale costruirono un tempio nel quale sacrificavano giovani vergini al fuoco, nella speranza di compiacerlo e ottenere in cambio un potere sembra maggiore.
Ma il Dio nel fuoco non gradi però tutto questo, che sembrava dichiararlo signore unico della depravazione, il cui solo scopo era la ricerca del piacere carnale e della ricchezza. Spinto dall'ira scaglio così il fodero della sua spada sulla città, distruggendo il tempio a lui dedicato. Il fodero si conficco nella piazza centrale, il suo grande potere incanalato nella terra diede vita ad un vulcano le cui ceneri incandescenti e il rosso magma ricoprirono la città.
Di Nakith oggi, rimangono solo pochi resti anneriti, che servano a monito dei popoli di Jadraw. Con la distruzione di Nakith iniziò per Gurthador un tetro periodo, lentamente affiorarono nelle quattro razze antichi dissapori e odi. Ovunque scoppiavano guerre per motivi futili o inconsistenti, i regni di Katesh e Oluc persero la loro supremazia con la scomparsa dei loro valorosi condottieri.
Il culto degli dei si frammentò ulteriormente e dal caos e dalla disperazione sorsero nuove città: Ur dedicata a Cronus signore della Terra e Serkesh innalzata in onore d’Ashara signora delle Acque.“
L’anziano terminò il suo lungo discorso congedandosi dal suo pubblico e dal kaban con un profondo inchino, senza bisogno di un accompagnatore, uscì dalla tenda, imboccando con sicurezza la feritoia. Appena il Sahir sparì dalla tenda, i cuccioli iniziarono a mormorare, guardandosi a vicenda con occhi meravigliati. Il capo villaggio rimase silenzioso, avvolto in un’impenetrabile scudo di pensieri. Quante volte aveva sentito questo discorso? Eppure ne rimaneva sempre affascinato, nella speranza che forse, un giorno anche lui e la sua tribù potessero diventare dei personaggi di quel infinito racconto chiamato storia.


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